Tu ti spogliavi di ogni ricchezza,
io sperimentavo tutti i modi
per far danaro.
Ti inerpicavi scalzo
per gli impervi sentieri della Verna,
io sfrecciavo con potenti auto
sulle comode autostrade.
Tu parlavi agli uccelli
che si posavano sul leccio,
io sparavo alle ingenue allodole che si fidavano
del mio specchietto traditore.
Tu spegnevi la tua sessualità
tra le spine dei rovi,
io sghignazzavo tra le candide lenzuola
con la femmina di turno.
Tu donavi tutto te stesso al Crocifisso,
io «pregavo» il Signore affinché
mi spianasse le vie del successo.
Tu ti umiliavi diventando servo dei servi,
io facevo a gomitate
in cerca di onori.
Tu mortificavi le tue carni,
io curavo il mio corpo con creme e profumi.
Tu dividevi il tuo tozzo di pane
con la fame dei poveri,
io mi ingozzavo del superfluo.
Tu sceglievi come giaciglio la nuda roccia,
io gongolavo nelle comode stanze
con vista sul mare.
Tu dedicavi il tuo tempo a lodare il Signore,
io lo consumavo tra stupidi giochi
e mondane serate.
Tu abbracciavi il lebbroso,
io evitavo lo sguardo sofferente
del diseredato.
Tu piangevi la passione del Calvario,
io ridevo ascoltando crasse storielle
tra bettole e postriboli.
Tu ti struggevi dal dolore per i chiodi
che squarciavano il Figlio dell’uomo,
io gioivo del nulla.
Tu dove era odio, offesa,
discordia e tenebre
portavi amore, perdono, luce.
Sono stato io mai capace di portare
anche un solo attimo di gioia
dove era tristezza?
Francesco, mio Francesco,
aiutami, perdonami.
Francesco, mentre tu
by Raffaele_Pisani
Published in ‘O POSTO MIO NUN E’
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FRANCESCO, MENTRE TU
Last modification: Lun 13 Lug 2015