MA QUALE SINDACO LEGHISTA, PER NAPOLI OCCORRE UN SINDACO ROBOT (ROMA, 19 agosto 2010)
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Ho letto che vorrebbero candidare a sindaco di Napoli un leghista. Non c’è nessun sindaco, di qualsiasi corrente politica e di qualsiasi parte del mondo esso sia che, da solo, possa sanare i mali di Napoli. I tanti problemi che affliggono la nostra città si risolveranno solo quando tutti noi napoletani, nessuno escluso, di qualsiasi colore politico, professione, cultura e posizione economica, decideremo di usare “il nostro potere” per il bene comune e non per proprio tornaconto. Volevo iniziare questa lettera proponendo un sindaco “poeta”. Napoli, prima di ogni cosa, ha bisogno di amore, di vero amore, e poiché nessun essere umano sa amare come ama chi è poeta, potrebbe essere davvero utile affidare le sorti della nostra splendida terra a un vate. Salvatore Di Giacomo, centoventiquattro anni fa (come vedete nulla è mutato), scriveva:-”La mia fissazione è questa, che Napoli è una città disgraziata, in mano di gente senza ingegno e senza cuore e senza iniziativa. Tutto procede irregolarmente, abbandonato ai peggiori.”-Rileggendo ciò, ho riflettuto meglio: altro che sindaco “poeta”, qua ci vuole un sindaco “robot” e una giunta di consiglieri ed assessori “robot”. Però, attenzione, devono essere costruiti da tecnici giapponesi, tedeschi e francesi. Giapponesi, per i duri sacrifici che sanno sopportare per risalire la china; tedeschi, per la serietà con cui affrontano e mantengono gli impegni; francesi, per l’amore e il rispetto che hanno per ogni pietra della loro terra. Qualche mese addietro, un giornalista del New York Times scriveva:- “Tutto il mondo ama Napoli, ma nessun napoletano ama veramente la sua città!” Io aggiungo: per i mali di Napoli si mettono solo “pezze a culore” senza mai riuscire a risolvere i problemi alla radice, e i pochi che operano onestamente vedono vanificato ogni loro impegno. E poi c’è un dilagare di scostumatezza e sguaiataggine che ha rotto quasi tutti gli argini del vivere civile. Una buona volta per tutte, se c’è davvero il desiderio di rinascere, “vestiamoci di serietà” e diamo spessore al nostro operato. Pertanto credo che davvero l’ideale sarebbe un sindaco “robot”: senza cuore, senza anima, senza sentimenti. Freddo, estraneo, duro, inflessibile, inumano, ma sicuramente costruttivo, efficiente e, per forza maggiore, lui e tutta la sua giunta, onesti, incorruttibili e tecnicamente perfetti e ligi ai propri doveri. E chissà che un sindaco e una giunta di robot non riuscirebbero a risvegliare in tutti quanti noi napoletani “umani”, la voglia di sentirci persone perbene, di riappropriarci della dignità perduta e della consapevolezza e l’orgoglio di essere figli di una delle più belle città del mondo, una volta “capitale di arte, bellezza e cultura” ed ora ridotta a “terra ‘e munnezza”! Chissà che un sindaco robot non riuscirebbe finalmente a trasformare un milione e passa di cittadini – e primi fra tutti i politici e gli amministratori, che in buona parte, e per così lungo tempo, hanno dimostrato di essere nient’altro che “lampadine fulminate”- in “stelle splendenti e coscienze illuminate”!
Raffaele Pisani
(ROMA, 19 agosto 2010 )