LA TELEVISIONE SI AFFIANCHI ALLA SCUOLA (LA SICILIA, 21 settembre 2006)
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Non credo di sbagliare se affianco il principale ruolo della televisione a quello della scuola. Per cui, se il compito dei docenti è quello di istruire gli alunni e arricchirli con il giusto insegnamento proponendo un interessante programma scolastico affinché si formino uomini degni per costruire un domani migliore, il compito primario della Tv dovrebbe essere quello di affiancarsi, naturalmente con le dovute differenze, a quello della scuola. Se nella scuola è il professore a dire agli scolari cosa devono studiare per arricchirsi culturalmente, in televisione dovrebbero essere i rsponsabili ad avere l’accortezza di non dare in pasto ai telespettatori programmi che, sempre più spesso, offendono addirittura anche le intelligenze più modeste. Voglio dire che la Tv, dalle reti nazionali alle private, ma a maggior ragione la Tv pubblica pagata dai cittadini, dovrebbe, in linea di principio, soprattutto istruire in qualche modo l’utente limitando al massimo trasmissioni che danno valore principalmente al “dio corpo”, al “dio denaro”, al “dio stupidità”, al “dio insulsaggine”, al “dio audience”, trasmissioni che, se da un lato rimpinguano le tasche dei pubblicitari, dall’altro impoveriscono, e non poco, gran parte di una società sempre più in balia di falsi idoli, di bassissima cultura e di sogni irrealizzabili. Insomma, come il maestro, pur rispettando desideri e gusti degli allievi, li indirizza, per il loro bene, verso la “giusta via”, così la Tv ha il dovere sacrosanto di trovare il modo di amalgamare divertimento e cultura, leggerezza ed eleganza, spettacolo e istruzione.
Raffaele Pisani
(LA SICILIA, 21 settembre 2006)